Prima di tutto, un’avvertenza. Le parole che vengono dette in una campagna elettorale non sono esattamente scolpite nella pietra. Anche di quelle scritte non c’è troppo da fidarsi.

Il famoso “le parole volano, gli scritti rimangono”,  in campagna elettorale non vale. Tutto quello che viene fuori nei giorni precedenti a una consultazione elettorale va preso con le molle.

Fatta questa premessa, come Non So Come Dirtelo abbiamo deciso di andare a vedere e a sentire cosa viene e scritto e detto da qui al 25 settembre a proposito di crisi climatica e transizione ecologica.

Qualcuno – tra cui le giovani e i giovani che hanno partecipato al Climate Social Camp di Torino, alla fine dello scorso luglio – ha detto che queste sono le prime elezioni climatiche della storia italiana. Le prime elezioni, cioè, in cui il tema del clima entra a pieno titolo nel dibattito preelettorale.

La prima cosa che faremo, dunque, è andare a vedere se sta succedendo davvero. Se, cioè, i candidati al Parlamento stanno parlando di crisi climatica. Lo faremo a partire dallo spulciare i programmi elettorali, quelli ufficiali. Poi, naturalmente, vedremo se questi argomenti entrano nei dibattiti e negli scambi – o litigi – sui social.

Non è nostro compito, naturalmente, entrare nel merito delle affermazioni dei vari candidati: c’è chi sa farlo come si deve, com’è il caso di Ecco, il Think Tank sul cambiamento climatico, e a loro ci affidiamo.

Noi cercheremo di ragionare su come le candidate e i candidati parlano del tema. Cioè se si esprimono in modo da far capire in cosa consiste la transizione ecologica e in che modo s’intreccia con gli altri temi che, nella campagna elettorale non mancano di sicuro: lavoro, sicurezza, immigrazione, economia, energia…

Programmiamo di fare almeno tre uscite alla settimana, sino al 23 settembre, giorno dello sciopero mondiale per il clima organizzato da Fridays For Future che, coincidenza, cade proprio un paio di giorni prima delle elezioni.